Il 24 luglio nell’Italia sovrana racconta di Sgarbi e Mughini che si azzuffano in diretta su Rete 4, nello studio di Stasera Italia, sotto gli occhi attoniti di una sconcertata Maria Giovanna Maglie (quella che vorrebbe “mettere sotto con la macchina” Greta Thunberg, per intenderci). I due vengono al contatto fisico scambiandosi una serie di espressioni auliche (perlopiù “merda” e “testa di cazzo”) da grandi uomini di cultura quali sono. Durante lo stesso giorno, l’inverecondo Vittorio Feltri scrive, in un editoriale su Libero, che l’inquinamento non danneggia la salute e anzi, forse aiuta a vivere più a lungo, visti tutti i centenari che ci sono a Milano.
A scanso di equivoci, a me non frega nulla di loro, né tantomeno delle loro opinioni. Anzi, spero che Sgarbi e Mughini si squarcino le viscere a vicenda – sarebbe parecchio divertente – e che Feltri si trasferisca in una ciminiera e si levi dai coglioni. Ne sarei solo contento. Ma c’è ben altro, e dobbiamo renderci conto che queste voci, assieme a quelle di Mario Giordano, Diego Fusaro, Maurizio Belpietro, tanto per citarne alcuni, rappresentano la borghesia intellettuale della Destra più spudorata e propagandistica, e sono il prodotto di una sottocultura nata con l’intento preciso di atrofizzare il senso critico delle masse, relegarle in una comfort zone di piattume morale.
Questa “ignorancija” (il termine l’ho appena inventato io, reclamo fin d’ora i diritti d’autore) ultraconservatrice o parafascista si rivolge tutti i giorni a milioni di lettori, spettatori, utenti dei social, e in ultima analisi di elettori, in modo subdolo e compulsivo, per standardizzare la grettezza e omologare l’idiozia come paradigma culturale. E non si può restare inermi e inerti di fronte a simili atti di guerra. Non li si può spacciare per markette, folklore o intrattenimento di bassa Lega (la maiuscola è voluta).
È necessaria una Resistenza. Non di quelle cinematografiche e un po’ romantiche à-la-Casa de Papel, ma una Resistenza concreta di pensiero, di insegnamento, di educazione. Una Resistenza intellettuale ai due minuti d’odio quotidiano che il ciarpame mediatico ci vomita addosso. Il caso di Bibbiano ne è un emblema solare. Se li assecondiamo, ne diventeremo complici; se tacciamo, ne diventeremo vittime. Vogliamo sul serio limitarci a ostentare che siamo migliori di loro, che tanto basta a fare di noi i vincitori? Le capre di Sgarbi e Mughini masticano l’erba dell’odio e sputano via l’erba della ragione. Non c’è nulla da ostentare, c’è soltanto da combattere, e c’è da farlo finché ogni stelo, ogni radice della gramigna culturale che infesta le nostre menti sarà eradicato.
Perciò combattete, voi che potete: non c’è arma più potente di quella che avete dentro la testa. Mettete in dubbio tutto ciò in cui credete, siate abbastanza onesti da riconoscere gli errori e rifiutate ogni dottrina inculcata con la violenza. Non lasciatevi imporre la meschinità come codice morale, l’insulto come alfabeto linguistico, il conformismo come unica ambizione. Non sconfiggeremo l’utile idiozia con la sterile conoscenza, ma con pragmatica saggezza e molta, molta pazienza. Quindi combattete o fatevi da parte, se vi manca il coraggio, ma non fate finta che non stia accadendo. Non fate finta che non stia accadendo.
Emanuele Tanzilli
Sgarbi è il Re del trash