Il fil rouge di cinquant’anni che collega Vito “Forthyto” Quaranta e “il corpofonista” Enzo Del Re è “Maul”, e non a caso il titolo del suo nuovo album è “Forthyto rilegge Maul di Enzo Del Re”. Il nome in dialetto locale del comune di nascita di entrambi, Mola di Bari (BA), è anche il modo in cui i più ricordano “Voci e Ritmi”, il primo album solista del “cantaprotestautore” tanto stimato da Vinicio Capossela, Moni Ovadia, Francesco Guccini e tanti altri. Edito da Squilibri, anzi Squi[libri], nella collana “Crinali”, Forthyto propone un’intelligente e squisita rilettura di quelle dodici canzoni figlie dell’amore per il proprio paese, ma anche di un’acutissima e lucidissima critica contro il pregiudizio, il bigottismo e la superstizione dilagante dei propri concittadini.

Enzo Del Re

I Brani di Enzo Del Re, pensati e registrati originariamente solo con percussione (precisamente una sedia) e voce (con frequente utilizzo di tecniche estese come schiocchi di lingua, fischi ed altri effetti ritmici prodotti dal suo apparato fonatorio, quasi in parallelo con le sperimentazioni avanguardistiche della seconda metà del XX secolo), erano frutto dell’esperienza artistica con il collettivo “Nuova Scena” di Dario Fo e nei Circoli di Ottobre.


Definirei attualizzante e filologico il lavoro del chitarrista-compositore Forthyto, personalità eclettica e dinamica, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e mezzi di espressione innovativi.  La veste musicale che Forthyto tesse chirurgicamente sul canto scarno dell’anarchico “con il basco rosso”, potpourri di tradizione, politica e legame con la propria terra, è emotivamente profonda e travolgente. I raffinati e ricchi arrangiamenti non snaturano i tratti popolari originari che, anzi, si accentuano e si ricaricano per affrontare la contemporaneità. “Forthyto rilegge Maul di Enzo Del Re” rivela la maturità artistica del chitarrista molese, pregna sia delle esperienze tecnico-compositive dei tre album precedenti (“Orizzonti Sottili”, “Seeming Calm” e “Radio Interference”), sia di un’instancabile curiosità che è insita nel suo modo di vedere le cose; da chitarrista virtuoso ma mai banale, non abusa delle sue abilità tecnicistiche, dosando finemente le parti strumentali ed evocando argutamente ambienti sonori che profumano di mare, di terra e soprattutto di lavoro manuale.

Vito “Forthyto” Quaranta

Ad accompagnare il canto – rigorosamente in dialetto molese – e la chitarra in “Forthyto rilegge Maul di Enzo Del Re”, magnificamente immersi e partecipi nel racconto, la voce di Marinella Dipalma, il contrabbasso di Giorgio Vendola, le percussioni di Francesco De Palma e la fisarmonica di Vincenzo Abbracciante. Il CD è corredato da un booklet (con  foto e disegni di Gianni Castellana) di ben 56 pagine con scritti, tra gli altri, di Patrizio Fariselli (Area) ed Eugenio Bennato. Brillanti spiccano, tra le altre canzoni,“I Prête”, “Scitterà”, “Te Iadore e te rengrazzie” e “U Cande Du Navegande”. Particolarmente intensa è la rivisitazione di “Maul”.

Il video ufficiale (visionabile su YouTube), girato da Domingo Bombini, si apre con una frase che potrebbe descrivere sia il motivo del legame di Forthyto all’album di Enzo Del Re, sia, a mio parere, il processo che portò il secondo a tornare a Mola di Bari per “gridare” al suo paese e cantare di ingiustizia, lotta e libertà: “Maul è una dimensione ideale ma impossibile, come forse tutti i luoghi natii. Si raccolgono sensazioni, umori e memoria che come tali vengono tutti racchiusi in uno spazio musicale che non esiste se non nella nostra idea e lì rimangono per essere ascoltati all’infinito, per dire a noi stessi che siamo vivi” (Vito “Forthyto” Quaranta).

Leonardo Vita

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