Due cuori che battono a suon di musica, due menti che si incontrano influenzandosi reciprocamente: la caratteristica peculiare della band LaBambagia sta proprio nell’aver saputo dar luogo ad un senso profondo di legame e unione.
Cantori di una normalità che ti mette agio facendoti sentire tra le mura di casa, Isma e Marco suonano familiari e alieni allo stesso tempo: le composizioni del duo carrarino, cornice perfetta in cui si inseriscono le liriche, sono un prodotto meticcio che affonda le radici in un terreno musicale variegato e complesso che spazia dalla scena dance ed underground versiliese ad un elettropop di moderna fattura.
Reduci dalla pubblicazione del primo fortunoso singolo “Nessun problema”, i LaBambagia hanno deciso offrirne al proprio pubblico anche un secondo dal titolo “Giochiamo sempre bene”, disponibile su Youtube Music e Spotify a partire dallo scorso 26 marzo.
Seduti qui
vedi che quando siamo insieme giochiamo sempre bene.
Io e te, facciamo un feat. dove s’incontrano le vene,
giochiamo sempre bene.
Gli eventi positivi, nell’arco di una giornata, sono più numerosi di quelli negativi: bisognerebbe ricordarselo più spesso quando si finisce per rammentare sempre solo gli inciampi. Quanto sarebbe più facile vivere serenamente se, alla sera, fossimo in grado di fissare anche le piccole e grandi cose belle che ci sono accadute? Anche il semplice ricordo di una serata passata a far baldoria con una persona cara può essere l’occasione propizia per renderci conto di quanto siamo realmente fortunati.
Per conoscere la loro storia e musica da vicino, ecco la nostra intervista ai LaBambagia:
L’alchimia nei rapporti interpersonali può essere acquisita solo ed unicamente quando si arriva a stabilire un’armonia che va oltre la ragione. Nel vostro caso specifico, come siete riusciti a giungere ad una simile intesa e a darle musicalmente forma?
«Pur essendo consapevoli di essere due persone distinte, ormai possiamo definirci una cosa sola. Fin dal periodo dell’adolescenza siamo stati a stretto contatto tra noi, proprio come due gemelli siamesi: abbiamo maturato esperienze e background simili che ci hanno portati, oltreché ad intraprendere la medesima strada, a stringere una solida amicizia. Non vi nascondiamo che le differenze caratteriali, delle volte, hanno rappresentato motivo di attrito: più introverso e riflessivo l’uno, più volubile ed esuberante l’altro di litigate (e non poche) ne abbiam avute! È nella comunione di gusti, esperienze ed intenti che abbiamo trovato la forza di essere quello che ad oggi siamo, LaBambagia.»
“Giochiamo sempre bene” è il felice prosieguo del precedente inedito “Nessun problema”: in entrambi i brani avete collegato l’esperienza sonora al vostro vissuto personale. La vostra musica si può definire come il riflesso della visione d’insieme della quotidianità?
«Abbiamo sempre avuto un occhio vigile sulla società in tutte le sue sfaccettature: come se dovessimo studiarne le caratteristiche comportamentali, viviamo il tutto in modo esterno e distaccato. Il sentirci, al contempo, parte integrante di un acquario eterogeneo e pesci fuor d’acqua si ripercuote sicuramente sulla nostra musica: volendo fare un esempio pratico, in “Nessun problema” l’accento è stato ironicamente posto sulla nostra percezione dell’ambiente circostante. “Giochiamo sempre bene”, come giustamente hai sottolineato, segue una linea di continuità, anche se la componente intima ed emotiva dei LaBambagia si fa più marcata.»
L’ultimo singolo dei LaBambagia è una celebrazione di una lunga serata passata in due, nonché la dimostrazione che sono le persone con le quali si condividono i propri momenti a fare la differenza, non l’accadere delle situazioni. A vostro parere, quali sono gli ingredienti per “giocare sempre bene”?
«Trovare un certo affiatamento non è cosa da poco; è per paura che l’incantesimo possa interrompersi che, come evidenziato nel testo del brano, certe serate vorresti non avessero mai fine. Imparare a vivere intensamente ogni attimo del quotidiano e cercare di nutrirsene sempre e comunque, è fonte di un benessere totale che influisce significativamente nel rapporto con l’altro. Amare il proprio percorso ed accettare le curve, le salite e le discese che ogni vita porta con sé è la lezione più importante da apprendere.»
Se concedere e dividere il proprio tempo significa donare sé stessi, è proprio nello stare insieme che risiede la miglior maniera per mostrare la propria gratitudine. In tal senso, un’azione vissuta reciprocamente che si ripete con una certa costanza può assumere un’accezione diversa rispetto a quella che siamo abituati a darle?
«Come si suol dire, il tempo è prezioso e non torna indietro: per questa motivazione, sottrarlo dai propri interessi personali per donarlo al prossimo è indubbiamente un grandissimo gesto d’amore reciproco. Non dimentichiamoci, inoltre, di avere riguardo dei ritmi altrui, quando in realtà ci si trova in conflitto rispetto a queste tempistiche: come è giusto che sia, ogni componente di un duo o, più in generale, di un gruppo ha i suoi scadenziari.»
Cosa consigliereste a quei giovani che come voi hanno scelto di investire il proprio tempo e la propria vita in una passione comune?
«Siamo dell’opinione che chi ha la fortuna di fare del proprio hobby un lavoro, non lavorerà neppure un giorno. Ai ragazzi che, come noi, hanno deciso di seguire la rotta dei sogni non possiamo che dare questo consiglio, divenuto motto dei LaBambagia: la vita è un gioco, giocatela sempre bene!»
Vincenzo Nicoletti