Fragility and Beauty, fragilità e bellezza, i due tratti più vulnerabili della nostra amata Terra, messa a nudo in un percorso espositivo dal carattere sugggestivo ed immersivo. L’esposizione, curata da Viviana Panaccia, ha come scopo quello di creare un ponte tra il campo scientifico, tecnologico, spaziale e il pubblico, nelle sue più svariate sfaccettature. Un collegamento che sappia portare luce, attraverso una chiave artistica nuova, sul tema dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile, del loro impatto sugli ecosistemi terrestri e le conseguenze sul futuro del pianeta.
Grazie ad un lavoro di collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), questo fine tanto attuale quanto ambizioso, è stato conseguito con successo. Dal 16 maggio 2019 il primo piano del Museo Nazionale Scienza Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano, ospita la mostra Fragility and Beauty in un allestimento tutto nuovo, arricchito da immagini satellitari della Terra sempre più recenti e di qualità. Per il pubblico la mostra rimarrà accessibile e visitabile fino al 31 ottobre 2019.
Fragility and Beauty dagli occhi dei satelliti
Fragility and Beauty- Taking the pulse of our planet from space è una mostra basata principalmente sulla presenza di immagini satellitari, volte a diagnosticare con precisione i cambiamenti climatici attualmente vigenti sul nostro pianeta. Un tema caldo e attuale che urge essere affrontato da più prospettive: con chiare politiche di miglioramento, con risposte sociali efficaci e anche, come in questo caso, con fotografie realistiche ed artistiche.
I satelliti nel percorso espositivo di Fragility and Beauty vengono utilizzati come strumenti atti a diagnosticare i due lati controversi del pianeta: da un lato la sua grande bellezza, che non smette mai di stupire, e dall’altro la grande fragilità e vulnerabilità che lo circonda. Quasi come gridi di allarmi, le immagini satellitari trasmettono dei segnali forti che non possono essere più ignorati: fenomeni climatici estremi, calotte polari in scioglimento, temperature in aumento e conseguente inaridimento, mancato accesso all’acqua potabile difficile per molte popolazioni.
La visione sempre più precisa dei satelliti è la protagonista indiscussa di di questo viaggio oltre i confini terresti, che prende il nome di Fragility and Beauty. Lo spettatore, con l’aiuto di immagini e installazioni multimediali, potrà esplorare dei luoghi straordinari e remoti, toccando da vicino gli aspetti più evidenti e meno conosciuti del tema ambientale e dei cambiamenti climatici.
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo di Fragility and Beauty si articola in tre sezioni principali: Cambiamento della Città, Ecosistemi Terrestri suddivisi in foreste, atmosfera, ghiaccio, acqua e deserti e visione dei Satelliti per uno sviluppo sostenibile. Ogni sezione è costituita, oltre che dalla presenza di immagini satellitari, anche da svariati elementi di supporto visivo.
La città è accentratrice di persone, muta in base alle loro esigenze, è viva grazie a loro e non c’è momento che si fermi. Fragility and beauty parte dall’analisi della crescita della popolazione mondiale, per capire come cambieranno gli assetti futuri della Terra, a partire dal paesaggio urbanistico.
La popolazione mondiale conta oggi circa 7 miliardi di persone, nel 2050 saremo più di 9 miliardi, tutti concentrati per lo più in agglomerati urbani. Nel 2030 il 60% di noi abiterà in città, in gran parte in megalopoli con più di 10 milioni di abitanti, situate soprattutto in Asia e Africa. Già oggi Cairo, Mumbai, Pechino e Dhaka superano i 20 milioni di abitanti.
In Fragility e Beauty oltre alle immagini sono anche i dati a parlare: una popolazione sempre più numerosa non può non avere un impatto massiccio sull’ambiente. I dati satellitari ad alta risoluzione non sono la soluzione, ma risultano preziosi per capire le tendenze urbanistiche, al fine di andare incontro a città più sicure e sostenibili.
Oltre che al concetto vivo e sostenibile di città, in Fragility and Beauty si pone l’attenzione anche sull’equilibrio degli ecosistemi terrestri, senza i quali la Terra non potrebbe funzionare. Di questa macro categoria fanno parte sicuramente le foreste, “case” per la maggior parte delle specie viventi animali e vegetali, le quali svolgono un ruolo chiave nel ciclo globale del carbonio, assorbendo anidride carbonica e restituendo ossigeno. L’agricoltura è altrettanto essenziale per nutrire il pianeta, ma che può far fronte alle necessità di una popolazione in continuo aumento solo se resa sostenibile.
L’atmosfera è anch’essa fondamentale, poiché costituisce uno strato di gas attorno al pianeta, che regola la temperatura, protegge dalle radiazioni solari ed è fondamentale per lo studio del clima e dei suoi cambiamenti. Il ghiaccio e l’acqua, altre due forme distinte, per unico scopo: garantire la sopravvivenza a tutte le forme di vita. Per poi terminare con i deserti, gli ecosistemi più aridi e vulnerabili al sovrasfruttamento e all’uso inappropriato del suolo.
Fragile e bella, nostra amata Terra
Il percorso di Fragility and Beauty si conclude poi con un’area dedicata allo sviluppo sostenibile e alla tecnologia spaziale, lasciandoci con una video installazione firmata da Darrel Aronofsky per National Geographic.
Giunti al termine non ci sentiremo avvolti da una sensazione negativa catastrofica, bensì da un silenzio, che invita ad una riflessione necessaria sul futuro del nostro Pianeta.
Fragile, bella, vulnerabile, ingiusta, calda, fredda, madre o sorella, rimarrai per sempre la nostra unica e amata Terra. Finché cambiamento climatico non ci separi.
Fonte immagine di copertina: Museo Nazionale Scienza Tecnologia Leonardo Da Vinci
Marta Barbera