L‘arte della musica è da sempre espressione della collettività e veicolo di messaggi impegnati: la gran parte dei generi musicali attualmente in voga sono nati a sostegno di cause politiche, civili e sociali come ad esempio l’emersione di un segmento della società, l’esigenza di denunciare problematiche sociali e riaffermare le lotte di classe o di genere. La tutela dell’ambiente non fa di certo eccezione.
Anche la musica si fa green: da qualche anno a questa parte alcuni cantanti e gruppi hanno assunto un ruolo di spicco nelle battaglie a favore della salvaguardia dell’ambiente impegnandosi in varie direzioni. Gli artisti hanno dimostrato come la musica può contribuire allo sviluppo e alla diffusione di una coscienza ambientale che purtroppo scarseggia tra noi esseri umani.
Il messaggio sul cambiamento climatico di Billie Eilish
La star rivelazione dell’anno Billie Eilish ha recentemente pubblicato il suo nuovo singolo “All the Good Girls go to Hell’’ , il sesto estratto dal suo primo album “We Fall Asleep, Where Do We Go?’’. La pop star del momento ha dichiarato che ad ispirarla nella scrittura di questo brano è stato il cambiamento climatico.
Nel videoclip, che ha raggiunto su You Tube 44 milioni di visualizzazioni, la versione angelica di Billie caduta sulla Terra, brucia con le ali impregnate di petrolio insieme all’ambiente che la circonda.
Ascoltando la canzone si possono cogliere i chiari riferimenti agli incendi che recentemente hanno colpito la California (“Hills burn in California/ My turn to ignore ya/ Don’t say I didn’t warn ya’’) e all’innalzamento del livello dei mari (“And once the water starts to rise/ And heaven’s out of sight/ She’ll want the devil on her team’’).
Greta Thunberg fonte di ispirazione dei The 1975
Passando dagli USA all’Europa, non passa di certo inosservato il messaggio ecologista nella musica dei The 1975. Il frontman della band indie rock Matthew Healy ha più volte dichiarato di ammirare molto Greta Thunberg e di aver scorto in lei un modello da seguire.
Dall’incontro tra i membri del gruppo e la giovane attivista per l’ambiente è nata una collaborazione. Matt, Adam, George e Ross hanno usato uno dei suoi appelli ad agire contro il riscaldamento globale che accompagnato dalle note di un pianoforte fa da intro al loro singolo “The 1975’’ uscito ad agosto.

Le iniziative eco-friendly di Radiohead e Pearl Jam
Un altro complesso britannico che in più occasioni ha dimostrato il suo impegno a tutela dell’ambiente è quello dei Radiohead. Thom Yorke e compagni da anni hanno deciso di privilegiare la vendita digitale dei loro album per ridurre l’impatto ambientale.
Secondo un recente studio condotto da Sharon George e Deirde Mckay della Keele University, i 4 milioni di LP venduti nel Regno Unito nel 2017 hanno prodotto 1900 tonnellate di CO2. A detta delle due studiose il Pvc (materiale di cui sono realizzati i moderni dischi) a causa degli elevati costi di lavorazione non è riciclabile al 100%. Si può quindi dire che la scelta del gruppo alternative di Oxfordshire è più che azzeccata.

I fan dei Pearl Jam sicuramente sapranno che la band originaria di Seattle sul proprio sito ha pubblicato una pagina apposita contenente undici buone pratiche da seguire per tutelare l’ambiente e i mari e più volte nel corso della propria carriera hanno fatto donazioni di ingenti somme di denaro per favorire operazioni di rimboschimento e coprire i danni ambientali dovuti ai loro concerti.
Il gruppo americano ha inoltre introdotto nei vari tour il concetto di green-touring per ridurre al minimo le emissioni di C02: dai dati resi noti dall’osservatorio Edison un concerto di musica eco-friendly può favorire la diminuzione delle emissioni del 70%.
In un’intervista il frontman Eddie Vedder ha dichiarato: «Non ci sono abbastanza persone che difendono la natura. Le risorse del pianeta sono limitate. La gente sfrutta e spreca le risorse del pianeta senza alcun controllo e tra le multinazionali e la natura la battaglia è impari.»
L’impegno per l’ambiente delle vecchie glorie del rock
Mostri sacri della musica del calibro di Paul Mc Cartney, Mick Jagger, Neil Young e David Gilmour si sono anch’essi schierati in cause animaliste e a difesa dell’ambiente.
L’ex Beatle è sempre stato un promotore della dieta vegetariana. Egli ha lanciato la campagna “Meat Free Monday’’ per ridurre le tracce di carbonio, il dispendio di risorse idriche al fine di aiutare i propri fan a seguire pratiche alimentari sane e sostenibili. «Non mangiare carne almeno un giorno a settimana aiuterebbe la salute del nostro Pianeta.», ha dichiarato l’artista, «Gli allevamenti contribuiscono all’effetto serra e produrre una fetta di carne comporta il dispendio di una quantità di acqua pari a una doccia di quattro ore, per non parlare poi dei fumi espulsi dei mattatoi industriali.»
In occasione della 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia lo storico frontman dei Rolling Stones Mick Jagger, ingaggiato da Giuseppe Capotondi per il suo film “The Burnt Orange Eresy’’, ha affermato in un’intervista: «Rispetto agli anni ’70, alle lotte di quel periodo, i tempi e i temi forse sono cambiati è vero, ma l’inquinamento e le ingiustizie sono aumentate, per questo mi fa piacere che ci siano giovani che lottano in questo senso; sono dalla loro parte, specialmente in questi giorni per quello che sta succedendo nel mio Paese.»
L’ex membro dei Buffalo Springfield e del supergruppo Crosby, Stills, Nash & Young ha invitato apertamente i fan a boicottare il cotone prodotto tramite l’utilizzo di pesticidi e nel 2015 ha addirittura pubblicato un concept album intitolato “The Monsanto Years’’ per denunciare l’azienda internazionale di biotecnologie agrarie.
Il chitarrista dei Pink Floyd, invece, ha recentemente messo all’asta le sue chitarre raccogliendo una cifra che si aggira intorno ai 21,5 milioni di dollari. Il ricavato sarà donato agli avvocati di ClientEarth, studio legale non profit che si batte per cause relative l’ambiente. Il celeberrimo musicista ha spiegato così il motivo del suo gesto benefico: «Sono con Greta Thunberg. La crisi del clima è la sfida più grande che l’umanità oggi ha davanti.»

Gli artisti in questione hanno dimostrato che sensibilizzare l’opinione pubblica alla tutela del pianeta attraverso le note di una canzone è possibile. Resta a noi ascoltatori mettere in pratica il loro messaggio. Il prezzo da pagare per adottare uno stile di vita in perfetta comunione con l’ambiente è veramente basso: basta soltanto cambiare qualche piccola e banale abitudine e invitare gli altri a fare lo stesso.
Vincenzo Nicoletti