Fred De Palma si esibirà questa sera sul palco del VivoGiffoni – Giffoni Music Concept, ma nel pomeriggio ha fatto visita alla Cittadella del Cinema del Giffoni Experience. La sua “Una volta ancora” è la hit dell’estate 2019, così come lo scorso anno lo è stata anche il brano “D’estate non vale“, entrambe in featuring con Ana Mena.
Prima di dedicarsi al raggaeton, Federico Palana, in arte Fred De Palma, ha vissuto nella scena rap torinese, partecipando a contest freestyle tra Torino e Milano. Dal 2012 ha intrapreso la sua carriera da solista.
Cosa è rimasto del percorso intrapreso, ormai 10 anni fa, con i Royal Rhymes?
«Quello diciamo che è stato il primo passo che ho fatto nella musica, da un punto di vista discografico. Eravamo io e Dirty C. Poi, negli anni, abbiamo preso delle strade diverse, pur rimanendo amici, ma non c’è mai stato un seguito di quell’album lì. Un capitolo molto bello che è rimasto nel 2011.»
L’interiorità e i sentimenti sono sempre presenti e hanno la precedenza nei tuoi brani. Pensi che in futuro ci sarà anche spazio per temi legati al sociale?
«In verità, io ne ho sempre parlato: magari con dei concetti, delle parentesi all’interno delle canzoni, sui temi sociali che a me interessano. Non ho mai fatto di questo un mio cavallo di battaglia perché io odio chi scrive le canzoni per cercare di insegnare qualcosa o dire o trasmettere a tutti i costi la propria idea a un ascoltatore. Io preferisco che chi ascolta abbia i suoi ideali e sia capace di pensare con la sua testa.
Non ho voglia di dovergli dire quello che penso io su una cosa perché mi sembra, a tratti, anche diseducativo. Per quanto poi il messaggio possa essere positivo, rimane una tua idea, il tuo percorso e la tua storia che ti ha portato a un determinato concetto che hai in testa. Non sono uno che ama fare pezzi sociali, insultare un politico o dire che fa tutto schifo. Preferisco mandare un messaggio positivo, seppur astratto. Che lasci margine di immaginazione.»
Qual è l’elemento distintivo delle canzoni di Fred De Palma?
«Penso alla scrittura, al modo di concepire le rime e i concetti. Credo che sia una cosa che mi contraddistingue da quando ho iniziato, nonostante io abbia cambiato il mood e molti generi: dal rap puro incazzato, fino ad arrivare adesso al raggaeton, che è completamente una cosa dall’altra parte. Il filo conduttore del mio modo di fare musica è la scrittura. Il mio marchio.»
Escluderesti a priori una partecipazione al Festival di Sanremo oppure ti farebbe piacere partecipare alla competizione?
«In realtà no, non la escluderei. Penso che per fare quel Festival dovresti avere una canzone che possa essere giusta per quel contesto senza snaturarti. Se dovessi avere questa canzone, non è detto che io non lo faccia.»
Quali affinità ci sono tra te e Comix? Come è nata questa partnership?
«Da ragazzino sono cresciuto con i diari Comix. È sempre stato un elemento che ha accompagnato sia me che i miei amici nel percorso scolastico. Diciamo che, quando ho ricevuto questa offerta, mi ha dato molto piacere l’idea di poter partecipare alla cosa per questo motivo».
Sara C. Santoriello