Salvini droghe Lega
Fonte: Fanpage.it

Di recente, Salvini ha aperto un nuovo fronte di guerra, combattendo cannabis shop e legalizzazione delle droghe leggere. L’elettorato in quota Lega non lo segue, ma il Ministro insiste.

Armi sì, droghe leggere no

Per chi combatte la Lega, consultare la pagina Facebook del suo leader Matteo Salvini è uno spettacolo desolante. Ogni post è accolto da un tripudio di elogi alla Chiara Ferragni di Palazzo Chigi. Commenti entusiasti a ogni parola, a ogni diretta in auto o al mercato, a ogni piatto di pasta mangiato. Proprio per questo negli ultimi mesi molti si sono concentrati sui meriti di Luca Morisi, che è a capo della gestione dei social di Salvini. Ma l’idillio tra il Ministro e i suoi elettori-fan sembra essersi incrinato dopo l’apertura di un nuovo fronte: la lotta alle droghe.

Il segretario leghista ha abbandonato il principale leitmotiv della pagina – la lotta all’immigrazione – per battere su un tema che da qualche tempo sembrava ai margini del dibattito pubblico. La war on drugs in salsa neopadana si è aperta con un post su Facebook contro Matteo Mantore, senatore del Movimento Cinque Stelle e primo firmatario di una proposta di legalizzazione della cannabis.

Leghisti contro

«Combattere la droga significa combattere la mafia», tuona Salvini. Ma il popolo gli dà contro. E a ridicolizzare la tesi salviniana non sono oppositori politici, ma leghisti convinti. Tra i commenti più apprezzati va forte il tormentone «sono leghista, ma…», variamente declinato come «ti difendo su tutto ma non su questo» o «basta demonizzazione della cannabis», fino ai giudizi più impietosi: «tu non legalizzi, e la mafia ringrazia».

Salvini però non si ferma, e rincara la dose portando il tema in TV. A Otto e mezzo su La7 rifiuta ogni distinzione tra cannabis legale, droghe leggere e droghe pesanti – cui lo invita giustamente anche il ministro della Salute Giulia Grillo (M5S) – rilanciando un vecchio slogan di giovanardiana memoria: la droga è droga.

Palazzo Chigi val bene una canna

Che Salvini conduca una battaglia fondata su informazioni inesatte stupisce solo fino a un certo punto. Il focus della questione è piuttosto un altro: perché il leader leghista insiste su un tema che nella migliore delle ipotesi spacca in due il suo elettorato? Posto che Salvini e il suo guru della comunicazione Morisi non sono certo due stupidi, una possibile risposta la offre Salvini stesso proprio nell’ospitata dalla Gruber: sulla droga «sarei pronto a mandare a casa il Governo», dice il Ministro dell’Interno.

Ecco la chiave di volta: alla Lega sanno che un tema come la droga è divisivo e che molti salviniani convinti hanno più di una riserva sul pugno duro del leader, ma sanno anche che questo non sposterà più che una manciata di voti. Nel loro lavoro di agenda-setting i media sono martellanti su vari temi, dall’immigrazione all’economia; meno, molto meno, sulla droga.

Allo stesso tempo a Salvini e soci serve un punto di dissenso da tenere a portata di mano in caso decidano di rompere con i Cinque Stelle, ormai in crisi. La questione droghe leggere fa proprio al caso della Lega: non porta voti a Di Maio ed è fuori dal contratto di governo, quindi non ci sono vincoli di sorta. Tra i motivi per cui ricorderemo il Governo Conte potrebbe esserci anche la causa della sua caduta: una canna.

Per concludere, una nota a margine: Per la prima volta da mesi Salvini ha una posizione fortemente impopolare e il leader del principale partito di opposizione sfrutta l’occasione dichiarando: «mai a favore della legalizzazione». Sipario.

Davide Saracino

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