Daniel Steegmann Mangrané Pirelli HangarBicocca
Fonte: ATP DIARY

Daniel Steegmann Mangrané sbarca nello spazio espositivo di Pirelli HangarBicocca il 12 settembre 2019, portando per la prima volta in Italia una sua personale dal titolo: “A Leaf-Shaped Animal Draws the Hand“. Fino al 19 gennaio 2020 l’artista catalano si renderà protagonista della scena artistica milanese, donando all’Hangar un’atmosfera nuova: più calda e luminosa. Con “A Leaf-Shaped Animal Draws the Hand” porta il pubblico al centro di un percorso di indagine artistica innovativo, volto a mostrare il tema della complessità ecologica e della dialettica tra uomo e natura.

Daniel Steegmann Mangrané, la prima volta in PirelliHangarBicocca

Daniel Steegmann Mangrané, artista spagnolo, nato nella città di Barcellona nel 1977, e oggi stabilito da quattro anni in Brasile, nella città di Rio, decide di portare per la prima volta in Italia la sua personale “A Leaf-Shaped Animal Draws the Hand“, scegliendo come spazio espositivo non un museo tradizionale, bensì l’ex complesso industriale di Pirelli HangarBicocca. L’Hangar, adibita da diversi anni come centro di esposizione di arte contemporanea, viene studiata da Daniel Steegmann Mangrané nei minimi dettagli, al fine di creare una trasformazione estetica e psicologica del luogo.

L’aspetto spiccatamente industriale che il complesso dell’HangarBicocca ha (o forse aveva) viene demolito e trasformato in qualcosa di molto più accogliente: le finestre e i lucernari vengono aperti, le installazioni dalle forme sinuose vengono realizzate con un tessuto semitrasparente e i colori scelti spaziano su tonalità molto chiare. In questo modo PirelliHangarBicocca assume le sembianze di un luogo, in cui la mise-en-scène artistica è in grado di trasmettere calore, sia al corpo che all’esperienza dello spettatore, immergendolo in un’atmosfera più leggera. Durante la visita di “A Leaf-Shaped Animal Draws the Hand” si ha modo di sentirsi fisicamente non solo spettatori, bensì parti integranti di un ambiente.

A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand: dialogo tra uomo e natura

L’ambiente che ha voluto riprodurre Daniel Steegmann Mangrané in “A Leaf-Shaped Animal Draws the Hand” nasce da un forte interesse, coltivato e cresciuto durante gli anni, per il mondo della biologia e dei suoi complessi ecologici. Alla base di tutto il lavoro dell’artista c’è infatti un’idea principale di fondo: l’uomo e la natura sono un tutt’uno.

L’uomo non è qualcosa di altro rispetto al creato, come in realtà siamo abituati a credere. Seguendo alcune teorie dell’antropologia brasiliana, come quelle di Eduardo Viveiros de Castro e Tânia Stolze Lima, l’artista catalano mette in mostra quel tratto che accomuna tutti gli esseri viventi: l’umanità, proprio perché tutte le creature sono umane. Secondo infatti Mangrané è il potere dell’opera quello in grado di innescare un vero meccanismo culturale nei confronti della natura.

Il percorso espositivo

L’artista catalano vuole far vivere allo spettatore diverse esperienze: dapprima si entra dentro la foresta con l’opera Phantom (2015) e con 16mm (2007-11) – in tal caso ci si immerge in una fitta vegetazione spostandosi su un cavo sospeso a mezz’aria -, poi con a Spiral Forest (2013-15) si ha la possibilità di riprendere quella stessa foresta da angolazioni inusuali.

Il film Phasmides (2012) ha invece per protagonista l’insetto stecco dal nome phasmides, da cui l’artista Daniel Steegmann Mangrané appare completamente affascinato, sia per le sue capacità mimetiche e sia per le sue forme tanto simili a quelle di un ramo, forme ricorrenti in tutta la opera presente in PirelliHangarBicocca, a partire dal Table with Object (1998-in corso), una raccolta di oggetti/archivio mentale da cui prendono vita le riflessioni dall’artista, ritrovabili anche nei Rotating Table (2018), sculture in cui dei rami sono posati su dischi a specchio rotanti.

Mangrané Pirelli HangarBicocca
© Agostino Osio

Nel Pirelli HangarBicocca lo spazio e l’ambiente artistico diventano anche luogo di sperimentazione con “A Transparent Leaf Instead of the Mouth” (2016-17), un grande terrario in cui sono piantate specie vegetali locali e nel quale vivono insetti stecco, insetti foglia e mantidi. Si tratta di esseri molto difficili da individuare, che portano lo spettatore a riflettere su quel senso di unità tra creature viventi che è alla base della poetica dell’artista.

Daniel Steegmann Mangrané Pirelli HangarBicocca
© Agostino Osio

Daniel Steegmann Mangrané e un nuovo paradigma culturale

Nell’estetica classica l’arte veniva intesa come mimesi, ovvero imitazione, della natura: c’era chi, come Platone, la reputava imperfetta, in quanto imitazione di un’imitazione (la mimesi della natura era a sua volta mimesi dell’idea), e chi, come Aristotele, la considerava portatrice di una valenza positiva, in quanto intesa non solo come imitazione della realtà particolare, bensì dell’universale. Lo scopo stesso dell’arte era superare la grandezza della natura, mentre il gesto artistico assume, in questo percorso espositivo, l’esigenza di farsi portavoce oltre che di un’esperienza visiva, anche di un messaggio forte a livello culturale

Con la personale “A Leaf-Shaped Animal Draws the Hand“, Daniel Steegmann Mangrané comprende la portata di tale responsabilità, scegliendo di mettere al centro del suo racconto la contemporaneità. Dopo i disastrosi incendi avvenuti durante l’estate nella Foresta Amazzonica, in un momento in cui l’attenzione per il pianeta e le tematiche legate al cambiamento climatico sono al centro di un nuovo dibattito storico e sociale, Mangrané si fa portavoce di un nuovo paradigma culturale, nel quale la natura assume i nostri stessi tratti umani. Lo spazio espositivo all’HangarBicocca rinegozia il proprio rapporto con la realtà, così come il gesto artistico è artefice di creazione e diffusione di cultura.

“Se vogliamo davvero superare la crisi ecologica che stiamo iniziando ad affrontare, abbiamo bisogno di un cambiamento di paradigma. Penso che l’arte abbia un ruolo importante nella creazione di un nuovo paradigma culturale, perché è attraverso l’arte che si crea la cultura”. 

Marta Barbera

Classe 1997, nata e cresciuta a Monza, ma milanese per necessità. Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione, attualmente studentessa del corso magistrale in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda presso l'Università degli Studi di Milano. Amante delle lingue, dell'arte e della letteratura. Correre è la mia valvola di sfogo, scrivere il luogo dove trovo pace.

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