Per la Cina i cinque anelli delle Olimpiadi sono cinque voci da censurare
Foto di Anthony da Pexels

Sono iniziate il 4 febbraio scorso le Olimpiadi invernali a Pechino che vede coinvolti 91 Paesi partecipanti. I giochi paralimpici invernali si svolgeranno invece a partire dal 4 marzo. Tra la gioia delle celebrazioni non possono nascondersi però i continui tentativi di censura della Cina a danno di cinque persone catturate con l’accusa di aver agito contro il governo: Zhang Zhan, Ilham Tohti, Li Qiaochu, Gao Zhisheng e Rinchen Tsultrim. Queste cinque persone appartengono a quelle categorie già vittime di violente censure dalla Cina: giornalisti, accademici, attivisti, avvocati per i diritti umani e, in questo caso, anche monaci tibetani.

Chi sono i cinque censurati dalla Cina

Zhang Zhan è una giornalista civile cha ha denunciato ciò che stava accadendo a Wuhan quando ha iniziato a circolare il Covid-19, accusando i funzionari del governo di incarcerare giornalisti indipendenti e molestare le famiglie dei pazienti contagiati dal virus. Per questo motivo fu incarcerata nel maggio 2020. In seguito fu detenuta a Shanghai per 4 mesi con l’accusa di aver diffuso informazioni false. Nel giugno 2020 iniziò lo sciopero della fame in segno di protesta per la sua ingiusta detenzione, passando poi ad un digiuno parziale per evitare qualsiasi punizione e l’alimentazione forzata. È stata ricoverata in ospedale il 31 luglio 2021 a causa di grave malnutrizione.

Ilham Tohti è un docente universitario e difensore dei diritti umani, in particolare degli Uiguri, comunità di cui fa parte. Da secoli la comunità degli Uiguri subisce una forte discriminazione da parte della Cina e la situazione è diventata più violenta a causa della costruzione di campi di rieducazione nella regione dello Xinjiang. Ilham Tohti ha lavorato per costruire una cooperazione tra le due comunità, ma la Cina non ne ha voluto sapere. Nel gennaio 2014 fu arrestato nella sua casa di Pechino e per cinque mesi nessuno ricevette sue notizie fino alla condanna all’ergastolo nel settembre 2014.

Li Qiaochu è un’attivista per i diritti dei lavoratori, migranti, donne e anch’essa difenditrice dei diritti umani. Detenuta e interrogata sul sul caso in cui è stato coinvolto il suo partner Xu Zhiyong, quest’ultimo incarcerato nel febbraio 2020. Un anno più tardi, a seguito delle denunce da parte di Li Qiaochu contro le molestie e torture subite dal suo ex partner e di altri detenuti, fu arrestata dalla polizia con l’accusa di “incitamento alla sovversione del potere statale”. Ad oggi non ci sono ancora prove credibili di questa accusa.

Gao Zhisheng è un avvocato per i diritti umani, uno dei più accreditati in Cina. Tuttavia, a seguito di alcune lettere aperte dove egli chiedeva alle autorità di fermare la persecuzione religiosa, alla fine del 2005 l’ufficio municipale di Giustizia di Pechino cancellò la sua licenza e sospese l’attività del suo studio legale. Nel febbraio 2006 lanciò una campagna di scioperi della fame per puntare il riflettore sulla persecuzione dei difensori dei diritti umani in Cina. Per questo motivo subì un’incarcerazione lunga sedici anni. Nel 2016 pubblicò un libro di memorie in cui Gao racconta della sua detenzione dal 2009 al 2014. Dal 13 agosto 2017 si sono perse le sue tracce.

Rinchen Tsultrim è un monaco del monastero di Nangshing nella provincia del Sichuan. Possedeva un sito web dal titolo “Lo scetticismo sul Tibet” dove esprimeva le sue opinioni a seguito di alcuni disordini nel 2008. Il sito web è stato tenuto sotto controllo dalle autorità cinesi e successivamente chiuso. Arrestato nell’agosto 2019 e tenuto in isolamento, Tsultrim subì la condanna a quattro anni e sei mesi di carcere nel novembre 2020 con l’accusa di incitamento alla secessione.

Le Olimpiadi invernali di Pechino sono indubbiamente portatrici di grande valore e gioia per tutta la Cina e per i sui abitanti. Eppure questa manifestazione, nata in onore del “padre degli dei e degli uomini” Zeus, non può distrarci dal crudele e ingiusto metodo con il quale il governo cinese reprime le libertà dei cittadini.

Gaia Russo

Gaia Russo
Eterna bambina con la sindrome di Peter Pan. Amante dei viaggi, della natura, della lettura, della musica, dell'arte, delle serie tv e del cinema. Mi piace scoprire cose nuove, mi piace parlare con gli altri per sapere le loro storie ed opinioni, mi piace osservare e pensare. Studio lingue e letterature inglese e cinese all'università di Napoli "L'Orientale".

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