Già prevista per l’anno appena trascorso, la Conferenza Onu sul clima – la COP26 – sarà ospitata a Glasgow, in Scozia, dal primo al dodici novembre di quest’anno. Proprio il 2021 è stato definito da Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, come l’anno decisivo nella lotta al cambiamento climatico. Una lotta che secondo Patricia Espinosa, segretaria esecutiva dell’UNFCCC, si è trasformata da compito urgente a lavoro cruciale.
A circa 6 mesi dalla data di apertura, dunque, la Conferenza sul clima torna a far parlare di sé e lo fa proprio attraverso le parole di Espinosa che, durante una conferenza online organizzata dalla London School of Economics, illustra quali sono le quattro azioni imprescindibili per assicurare il successo della COP26.
Anzitutto occorre continuare a onorare gli impegni assunti a Cancun nel dicembre 2010 quando, in occasione della sedicesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, venne disposto che le nazioni sviluppate mobilitassero 100 miliardi di dollari all’anno a favore dei Paesi in via di sviluppo. Altrettanto necessaria risulta la conclusione e l’implementazione di tutti quei negoziati climatici che ancora sono in sospeso, per concentrarsi nella attuazione piena e concreta dell’Accordo di Parigi. Un’attuazione che non può non passare per tutti i dipartimenti e gli organismi governativi. Solo la trasversalità dell’azione sarà in grado infatti di garantirne il successo. «Sono finiti i giorni» afferma Patricia Espinosa, «in cui il cambiamento climatico era di esclusiva competenza del ministero dell’ambiente». Oggi è più che mai necessario agire su tutti i livelli poiché, proprio come il cambiamento climatico non conosce giurisdizioni né confini nel produrre i suoi effetti nefasti, così gli sforzi per affrontarlo devono essere messi in campo tanto a livello internazionale quanto a livello nazionale e locale.
La buona riuscita della Conferenza sul clima passa anche attraverso la riduzione delle emissioni, che per risultare realmente efficace dovrà necessariamente accompagnarsi a un incremento delle ambizioni climatiche. A questo proposito, è bene precisare che quando si parla di ambizioni non ci si ci riferisce esclusivamente a quelle relative alla mitigazione delle emissioni ma anche alla necessità di sviluppare capacità più alte per resistere e adattarsi al cambiamento climatico. Infine, il successo della COP26 richiede che nessuna delle parti interessate venga esclusa. Secondo Espinosa, infatti, il multilateralismo inclusivo è l’unica via da seguire per i negoziati. Questi ultimi saranno articolati intorno a cinque campagne principali.
La prima riguarderà le capacità di adattamento e resilienza al cambiamento climatico. Come ha evidenziato il rapporto speciale dell’IPCC sul riscaldamento globale di 1,5 gradi, il cambiamento climatico sta già producendo un impatto significativo sulla vita di ognuno di noi e si stima che ogni anno i disastri geofisici e quelli legati al clima costino all’economia globale 520 miliardi di dollari. Ecco perché risulta fondamentale promuovere un cambiamento radicale nel modo in cui si supportano e si sviluppano quelle competenze relative al miglioramento dell’adattamento climatico e alla costruzione della resilienza. In particolare, come si legge sul sito della COP26, la Adaptation Action Coalition sviluppata in collaborazione con Egitto, Bangladesh, Malawi, Paesi Bassi, Saint Lucia e le Nazioni Unite, lavorerà per trasformare gli impegni politici internazionali in sostegni sul campo per le comunità più vulnerabili.
La seconda campagna attorno alla quale ruoterà la Conferenza sul clima riguarda la natura. Oltre al cambiamento climatico, un’altra minaccia che l’umanità è chiamata a fronteggiare è la perdita di biodiversità. Agricoltura, deforestazione e cambiamento dell’uso del suolo non solo rappresentano quasi un quarto delle emissioni globali, ma sono anche tra i principali fattori di perdita di biodiversità. Pertanto si dovrà accelerare quanto più possibile la trasformazione sostenibile dell’agricoltura, migliorando al contempo la sicurezza alimentare, quella idrica e quella economica e, ancora, si dovranno innalzare le ambizioni nella tutela della biodiversità.
Per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, la transizione globale verso l’energia pulita dovrebbe essere almeno quattro volte più veloce di quanto procede attualmente. Per questo la terza campagna della COP26 sarà dedicata al tema dell’energia. Rappresentando un quarto delle emissioni globali di gas serra, il settore energetico deve progressivamente decarbonizzarsi. In particolare, per rimanere entro 1,5 ° C di riscaldamento, il carbone dovrà essere eliminato rapidamente entro il 2030 per l’OCSE e l’UE27 e entro il 2040 per gli altri principali emettitori mondiali. La quarta campagna, invece, sarà dedicata al trasporto stradale. L’obiettivo della COP26 a riguardo è quello di riunire i governi dei più grandi mercati automobilistici del mondo, nonché gli esperti della società civile per concordare e promuovere un’azione coordinata, volta a raddoppiare il ritmo della transizione globale verso veicoli a emissioni zero.
Infine, la finanza. La transizione a lungo termine verso un futuro a impatto zero e resiliente richiede trilioni di dollari di investimenti e un cambiamento senza precedenti nel sistema finanziario globale. Sebbene questa transizione presenti grandi opportunità economiche e di sviluppo, esiste un enorme divario tra le esigenze e gli effettivi flussi finanziari. Una circostanza che si avverte maggiormente nei Paesi in via di sviluppo, proprio quelli più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici. Le banche multilaterali e di sviluppo pubblico, le istituzioni finanziarie per lo sviluppo, i fondi multilaterali per il clima, il Fondo Monetario Internazionale, le banche centrali e gli organismi di regolamentazione finanziaria sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale per aumentare la portata dell’azione per il clima e consentire la transizione.
Questi 5 punti saranno affrontati trasversalmente durante la Conferenza sul clima, in modo da mettere in luce che le azioni che avvantaggiano la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico sono le stesse che tutelano anche la salute globale. Se la pandemia da Covid-19 non ha risparmiato nemmeno i negoziati sul clima, costringendo a rinviare di un anno la COP26, ha però avuto il “merito” di far emergere – questa volta in modo assolutamente inequivocabile – che la tutela della salute passa anche attraverso la lotta al cambiamento climatico. Non solo clima, dunque, ma anche salute e prevenzione di future pandemie. Ecco quali saranno i temi principali di uno degli eventi più attesi e importanti del 2021.
Virgilia De Cicco