Verdi in Europa: un exploit che fa ben sperare i giovani europei

Sette giorni or sono, in occasione del secondo Global Strike For Future targato Fridays For Future, il mondo ha visto più di un milione e mezzo di ragazzi scendere in piazza e manifestare a favore di un’immediata giustizia climatica. Appena 72 ore dopo abbiamo appreso, con non poca soddisfazione, dell’exploit dei Verdi in Europa, confermatosi quarto gruppo europeo dopo Ppe, S&D e Alde. Non sappiamo con certezza in che misura l’effetto Greta abbia influito su tale “onda verde”, quel che è certo è che l’attivista svedese ha spinto molti giovani a votare per gli European Greens. Considerando che è proprio il Parlamento europeo a emanare le leggi più importanti in ambito ambientale (vedi Pac), analizziamo nel dettaglio le proposte avanzate dal gruppo Verdi/Ale mettendole a confronto con le richieste del movimento capitanato da Greta Thunberg.

Le priorità dei Verdi in Europa

Dodici i punti presenti nel programma presentato dal gruppo Verdi/Ale per un’Europa sempre più ecosostenibile. Ambiente, salute, alimentazione, mobilità, economia ma anche welfare, istruzione, lavoro, giustizia, sostegno alla parità di genere, pace e politiche migratorie. Argomenti che mirano a un unico obiettivo, quello della tutela dell’ambiente, della difesa del nostro pianeta.

La sfida decisiva dei nostri tempi è senz’altro quella inerente alla lotta ai cambiamenti climatici, argomento principale della protesta pacifica messa in campo dai ragazzi di Fridays For Future. I Verdi in Europa puntano ad azioni utili a limitare tale catastrofe ambientale, che dovranno passare necessariamente per l’eliminazione graduale delle energie fossili e di quella nucleare, puntando a un’Europa che utilizzi il 100% dell’energia da fonti rinnovabili e creando nel contempo posti di lavoro sostenibili. Bisognerà inoltre sostenere con forza la transizione verso un’economia a emissioni zero affinché l’aumento della temperatura globale non superi gli 1,5°C. L’economia dovrà quindi passare dall’attuale sistema lineare a quello circolare «…attraverso un Green New Deal, superando il paradigma dell’austerità e garantendo uno sviluppo economico che giovi a tutti».

Verdi in Europa
In Islanda il 90% delle famiglie riscalda la propria casa attraverso l’acqua calda geotermica

Tutelare l’ambiente vuol dire anche proteggere l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo di cui ci nutriamo. L’aumento esponenziale degli inquinanti atmosferici, delle microplastiche e di altri agenti contaminanti mettono la salute dei cittadini europei sempre più a rischio. Per i Verdi, l’Unione Europea dovrà quindi stilare un nuovo piano di azione ambientale che preveda il divieto della plastica non riciclabile, il conseguente sviluppo di alternative sostenibili, l’aumento delle aree naturali protette e degli obiettivi di riciclaggio.

Nel programma troviamo punti inerenti la riduzione delle emissioni di CO2 dovute al settore dei trasporti, con soluzioni che mirano a notevoli investimenti nelle reti ferroviarie regionali e transfrontaliere e, infine, la produzione alimentare che dovrà essere necessariamente rinnovata data l’insostenibilità ambientale a cui è soggetta oggi.

Make the world Greta again

Il filosofo francese Joseph Joubert affermava che «I giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche». I risultati delle elezioni del 26 maggio, con il boom dei Verdi in Europa, dimostrano che ad oggi sono proprio i giovani a dare l’esempio a chi per anni ha sottovalutato la crisi ambientale, proteggendosi dietro l’alibi non più perfetto della crescita economica. Gli inesperti, ingenui, incauti, immaturi ragazzi europei sanno che nessun progresso economico sarà possibile se si continuerà ad ignorare l’emergenza climatica.

L’effetto Greta, di cui tanto sentiamo parlare in questi giorni, ha senz’altro dato una mano agli European Greens rendendoli la seconda potenza politica in Germania (20,5%) e in Finlandia (16%) e la terza in Francia e Irlanda. I partiti ambientalisti si sono rafforzati anche in paesi quali l’Olanda, la Gran Bretagna e la Danimarca. L’Italia, quasi sempre in controtendenza con il resto dell’Europa sui temi ambientali, ha visto Europa Verde raggiungere il 2,3%, un risultato non proprio incoraggiante, che rappresenta però una base da cui partire per le prossime elezioni, a patto che i giovani di cui sopra ne entrino a far parte. D’altronde Greta Thunberg è il chiaro esempio del fatto che ai ragazzi devono parlare i ragazzi.

Sul fronte europeo sembra ormai delineata la maggioranza del Parlamento. Con i due grandi partiti usciti ridimensionati dal voto del 26 maggio, si rende possibile una grande coalizione che veda i Popolari e i Socialisti alleati ai Liberali e ai Verdi. Tale coalizione permetterebbe alla maggioranza di avere circa 500 seggi sui 751 disponibili. Tali numeri, accompagnati da una concreta voglia di agire, permetterebbero una vera “green revolution” che riguardi tutti gli aspetti inerenti a un effettivo sviluppo sostenibile dell’intera Unione Europea.

Verdi in Europa
Composizione del Parlamento europeo in base ai risultati disponibili, provvisori o finali nazionali, pubblicati al termine della votazione in tutti gli stati membri, sulla base della struttura del Parlamento uscente

Come già detto, l’avanzata dei Verdi in Europa può attribuirsi alla chiara voglia dei giovani di cambiare un futuro, il loro futuro, che sembrava già scritto. Quel che deve essere chiaro ai vertici del partito verde è che il coinvolgimento delle future generazioni non deve essere limitato al momento del voto. Bisogna che i ragazzi vengano coinvolti in tutti i processi decisionali istituzionali a livello locale, regionale, nazionale e soprattutto europeo. È arrivato il momento in cui la generazione passata lasci il compito della tutela del futuro a chi quel futuro lo vivrà. È arrivato il momento in cui la generazione passata si fidi dei giovani e la smetta di congratularsi con essi escludendoli poi da ogni decisione politica. Il cambiamento sta arrivando, l’onda verde potrebbe presto trasformarsi in uno tsunami capace di travolgere tutti coloro che tentino di ostacolarlo. Il momento della scelta è giunto: o si è parte del problema o si è parte della soluzione.

Marco Pisano

Marco Pisano
Sono Marco, un quasi trentenne appassionato di musica, lettura e agricoltura. Da tre e più anni mi occupo di difesa ambientale e, grazie a Libero Pensiero, torno a parlarne nello spazio concessomi. Anch'io come Andy Warhol "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare". Pace interiore!

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