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La Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica conosciuta come Convenzione di Istanbul viene monitorata dal GREVIO, il gruppo indipendente di esperte che valuta le misure legislative adottate dagli Stati che l’hanno ratificata per giudicarne l’efficacia. È regolata da quattro principi fondamentali, le cosiddette “4 P”: Prevention, Protection, Prosecution e co-ordinated Policies. In occasione del 25 novembre e della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, ricordiamo che la violenza si manifesta sotto diverse forme: fisica, psicologica, economica e sociale; pertanto, va affrontata con ogni strumento necessario.

L’ultimo rapporto del GREVIO pubblicato nel gennaio 2020 (a partire da giugno disponibile anche in italiano) contiene molte raccomandazioni che il gruppo di esperte rivolge all’Italia in materia di prevenzione della violenza, protezione e sostegno, diritto sostanziale, procedimenti penali e definizioni di uguaglianza e non discriminazione. Il report infatti valuta «il livello di conformità della legislazione e della prassi italiana in tutte le aree rientranti nel campo di applicazione della convenzione» e – pur riconoscendo i progressi compiuti nella promozione dell’uguaglianza e dei diritti delle donne – imputa all’Italia «che la causa dell’uguaglianza di genere stia riscontrando delle resistenze».

Obblighi generali

La Convenzione è ispirata al «diritto fondamentale di tutti, anche delle donne, di vivere una vita priva di violenza nell’ambito pubblico e privato». Il GREVIO in relazione al rispetto degli obblighi generali esorta le autorità italiane a garantire un’applicazione delle disposizioni di legge rispetto al reato di maltrattamento in famiglia che sia sensibile alla connotazione di genere della violenza domestica e che non sia ostacolata da una visione stereotipica delle donne e degli episodi di violenza.

In particolare secondo il GREVIO, si dovrebbero rafforzare le misure per prevenire e combattere la violenza contro le donne che siano o possano essere vittime di discriminazione intersezionale (donne affette da disabilità, a minoranze, richiedenti asilo, comunità Rom, Sinti, donne migranti e appartenenti alla comunità LGBTI) e porre al centro del dibattito le problematiche legate al genere, ma anche consapevolizzare le vittime appartenenti a questi gruppi sui loro diritti.

Inoltre, il GREVIO raccomanda di proseguire gli sforzi per attuare politiche di parità tra donne e uomini che non sottovalutino le disparità di genere o che non riconoscano la natura strutturale della violenza contro le donne.

Politiche integrate e raccolta dei dati

La Convenzione di Istanbul definisce «i requisiti per una risposta olistica alla violenza nei confronti delle donne in termini di politiche efficaci globali e coordinate a livello statale».

In relazione alle politiche integrate e alla raccolta dei dati il GREVIO esorta le autorità italiane ad aumentare gli sforzi per condurre analisi comparate, armonizzare e monitorare l’attuazione a livello regionale/locale di politiche e misure volte a prevenire e combattere la violenza contro le donne, migliorando anche il coordinamento tra il governo nazionale e quello regionale/locale. Gli sforzi inoltre, dovrebbero essere sostenuti dallo stanziamento di adeguate risorse finanziarie. Secondo il gruppo di esperte, c’è anche la necessità di semplificare e snellire l’erogazione dei finanziamenti alle ONG ed in generale di aumentare i livelli di finanziamento dedicati ai servizi specialistici per le donne.

È urgente raccogliere dati su tutte le forme di violenza contemplate dalla Convenzione di Istanbul e per questo le autorità italiane devono garantire che i dati raccolti dagli enti istituzionali vengano disaggregati, vengano quindi specificati in base al genere della vittima e dell’autore, alla loro relazione e alle varie forme di violenza, specificando anche l’eventuale presenza di bambini testimoni. Inoltre, quanto alla ricerca accademica, il GREVIO esorta le autorità italiane ad ampliare il supporto sui temi legati alla violenza contro le donne, incentivando finanziariamente la ricerca in queste aree.

Prevenzione e sensibilizzazione

Questa parte del report contiene obblighi di carattere generale circa il cambiamento dei modelli di comportamento sociale e culturale di donne e uomini e misure che coinvolgano tutta la società per «il raggiungimento della parità di genere e nella prevenzione della violenza nei confronti delle donne». Il GREVIO «esorta le autorità italiane ad attuare misure propositive e durature per promuovere cambiamenti nei modelli sociali e culturali di comportamento sessista, specialmente di uomini e ragazzi basati sull’idea di inferiorità delle donne». Le misure da adottare dovrebbero comprendere un investimento in «un’infrastruttura pubblica globale che funga da piattaforma per l’empowerment».

È importante, secondo le esperte, che le autorità italiane sostengano il proprio sforzo nella sensibilizzazione sul tema dell’antiviolenza attraverso delle campagne mirate a livello nazionale e locale per mettere in discussione gli atteggiamenti e gli stereotipi patriarcali, affrontare tutte le manifestazioni di violenza contro le donne, in particolare quelle sommerse e trasmettere il messaggio che essa non possa essere tollerata per nessuna ragione al mondo.

Considerato il ruolo ricoperto dai media, le autorità italiane dovrebbero gestire i meccanismi di monitoraggio e di reclamo per garantire il rispetto da parte dei media del principio di dignità umana ed evitare qualsiasi tipo di discriminazione di genere, incitamento all’odio o violenza basata sul genere.

Protezione e sostegno

Questa parte della Convenzione si occupa del supporto professionale per tutte le donne che hanno subito delle forme di violenza. In quest’ambito, il GREVIO sollecita l’Italia a fornire una risposta coordinata favorendo l’attuazione di linee guida e di formazione per il personale interessato per garantire una diffusione capillare delle informazioni sui servizi di sostegno e le misure legali a disposizione delle vittime di violenze domestiche per fare in modo che le vittime siano informate ed abbiano accesso ai meccanismi di denuncia esistenti.

Raccomandano di garantire i livelli più elevati di sensibilizzazione fra le figure professionali interessate e accelerare l’adozione del regolamento attuativo della Legge n.4/2018, contenente misure di supporto per bambini orfani a causa di reati di violenza domestica.

Diritto sostanziale

Il capitolo V della Convenzione di Istanbul si occupa di una serie di disposizioni legate al diritto sostanziale per creare all’interno degli Stati membri il quadro legislativo necessario per prevenire la violenza nei confronti delle donne e proteggerle dalla vittimizzazione secondaria. Il GREVIO, su quest’argomento, sollecita le autorità italiane affinché adottino misure per colmare il vuoto legislativo dovuto all’assenza di rimedi civili nei confronti delle autorità statali che non abbiano rispettato il proprio dovere di assumere le necessarie misure preventive.

In particolare, l’Italia viene sollecitata a pensare anche ad eventuali modifiche legislative per garantire che i tribunali competenti abbiano il dovere di esaminare tutte le problematiche relative alla violenza al momento di stabilire affidamento e diritti di visita ai propri figli e vietare l’uso da parte di consulenti tecnici e operatori dei tribunali dei concetti di alienazione parentale o di qualsiasi altro principio che tenda a considerare le madri che segnalano la violenza come «non collaborative o non adatte» a fare il genitore perché colpevoli del brutto rapporto tra il genitore violento ed il figlio.

Quanto allo stupro, il GREVIO esorta l’Italia a considerare di modificare la propria legislazione «affinché il reato di violenza sessuale si basi sulla nozione di consenso prestato liberamente» e «smontare il concetto tradizionale secondo cui l’onore e il prestigio di un uomo sono intrinsecamente legati al comportamento o al presunto comportamento delle donne ad esso relazionate che si basa su atteggiamenti patriarcali e serve a controllare le donne e a limitare la loro autonomia personale».

Migrazione e asilo

La Convenzione di Istanbul in questo ambito pone come principale requisito quello di garantire che le leggi sullo status di residente e le procedure di asilo non ignorino le situazioni in cui si verifichino relazioni di abuso e violenza.

Il GREVIO in quest’ambito raccomanda di garantire che la legislazione in vigore consenta alle donne straniere di ottenere un permesso di soggiorno autonomo in caso di circostanze difficili tenendo conto che queste potrebbero essere vittime di forme di violenza. Inoltre il gruppo di esperte chiede alle autorità italiane di precisare ulteriormente le procedure per l’assegnazione dello status di rifugiato/a e di rispettare il principio di non respingimento delle vittime di violenza.

Sabrina Carnemolla

Sabrina Carnemolla
Studio Comunicazione Pubblica e Politica a Torino dopo la laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali conseguita a Napoli, la mia città. Un po' polemica per natura, nel tempo libero affronto la dura vita di una fuorisede.

1 commento

  1. Secondo una statistica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, su tre donne, una ha subìto violenza da un uomo, mentre una su quattro è stata uccisa dal partner.
    Ogni anno, in Italia si incrementano, nel giorno del 25 novembre, dedicato alla lotta contro ogni forma di violenza sulle donne, le proposte per interessare la gente sul tema del femminicidio. E’ un fenomeno che fornisce dati avvilenti e deprimenti alla base dei quali rimane la scarsità di strumenti adatti di una collettività che ancora non è in grado di comprendere come il cambiamento sociale abbia portato alla rivendicazione, da parte della donna, della propria libertà, autonomia e indipendenza che una società di stampo maschilista ha finora negato.
    Uno studio di livello internazionale riporta un dato che dice come il 70 per cento dei femminicidi è preceduto da violenza, soprattutto fra le mura di casa. Sono molte le forme di violenza anche di tipo psicologico che le donne subiscono e non sempre le misure utilizzate per contrastarle si rivelano efficaci, non a caso molte denunce finiscono col nulla di fatto e le conseguenze sono devastanti per la vita delle vittime.
    Con la risoluzione n°54/134 del 17 dicembre 1999, l’ONU ha stabilito
    la ‘Giornata mondiale contro la violenza sulle donne’, prendendo lo spunto dal ricordo del brutale assassinio delle sorelle Mirabal avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana durante un viaggio per fare visita ai loro mariti, in carcere per motivi politici a causa della crudele tirannia del dittatore Trujillo. Da allora, il 25 Novembre è diventato un giorno per comunicare e riflettere su un grave problema che riguarda i paesi di tutto il mondo. La violenza sulle donne è un fenomeno gravissimo, che ha conosciuto una spaventosa crescita, soprattutto nell’ambito familiare e solo una percentuale bassissima dei casi viene denunciata, per paura o per mancanza di difese adeguate. Molte volte ad essere coinvolti sono anche i bambini diventando vittime a loro volta. Infatti dai dati risulta che nel 65,2% dei casi di violenza domestica sono presenti anche i figli.
    Sono cifre che preoccupano e inquietano, di conseguenza è fondamentale il coinvolgimento e l’interessamento dell’opinione pubblica su una problematica così delicata per portare il discorso su politiche sociali che sappiano dare ascolto alle donne, garantendole, insieme ai figli nella sicurezza e nell’assistenza. Ma soprattutto una politica che sappia intervenire sugli uomini educandoli alla collaborazione per un processo di abbandono di una sottocultura maschilista che purtroppo ancora esiste e nella ricerca di una nuova visione per poter sviluppare nuove forme di partecipazione orientate al miglioramento della qualità della vita in armonia con la natura e l’intero universo.
    Pasquale Aiello

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